Gli artisti pro-Palestina chiedono che la Biennale di Venezia ritiri l’invito a Gerard Butler e Gal Gadot: “Sostengono Israele”


Dare spazio ad artiste e artisti palestinesi, ritirare gli inviti a Gerard Butler, Gal Gadot e altri personaggi noti per il loro sostegno alla politica israeliana e interrompere ogni partnership con enti o organizzazioni che supportano, direttamente o indirettamente, il governo israeliano. Queste sono alcune richieste formulate alla Biennale di Venezia dal collettivo Venice4Palestine. Più di 1.500 firme raccolte in pochi giorni, tra attori, registi e attivisti, per chiedere una posizione di netta condanna alla 82esima edizione della Mostra del Cinema che si terrà dal 27 agosto al 6 settembre. Tra i firmatari dell’appello ci sono tra gli altri Ken Loach, Céline Sciamma, Audrey Diwan, Charles Dance, Jasmine Trinca, Carlo Verdone, i Manetti Bros, Miriam Leone, Valentina Lodovini, Marco Bellocchio, Laura Morante, Valeria Golino, Toni e Beppe Servillo, Fiorella Mannoia, Alba e Alice Rohrwacher, Claudio Santamaria, Pietro Sermonti, Gabriele Muccino, Serena Dandini, Roger Waters, Stefania Casini, Abel Ferrara, Francesca Marciano, Susanna Nicchiarelli, Giuseppe Piccioni, Olivier Rabourdin, Greta Scarano, Silvia Scola, Paola Turci e Andrea Zuliani.
Secondo Venice4Palestine, la Biennale “sceglie ancora di non menzionare la Palestina e il genocidio in corso, né tantomeno lo Stato di Israele che lo sta perpetuando”. Da qui le richieste: l’esclusione di “figure come Butler e Gadot, protagonisti di un film fuori concorso, che sostengono ideologicamente e materialmente la condotta politica e militare di Israele” e lo spazio per una delegazione di V4P “che sfili sul red carpet con la bandiera palestinese“. Mentre la Biennale ha risposto che “sono sempre stati, nella loro storia, luoghi di confronto aperti e sensibili a tutte le questioni più urgenti della società e nel mondo”, le sezioni indipendenti del festival hanno accolto diversamente l’appello: le Giornate degli Autori e la Settimana Internazionale della Critica hanno infatti espresso apertura al dialogo e rilanciato l’appello sui propri canali social.
Il collettivo promotore dell’iniziativa ha scritto in un comunicato: “Se sono bastate poche ore per radunarsi così in tanti, vuol dire che finalmente il cinema italiano ha scelto di stare dalla parte del popolo palestinese – aggredito e massacrato da decenni – e non riconosce più lo spazio per le mezze parole e l’equidistanza”. V4P, poi, ha criticato la risposta alla lettera della Biennale: “Se la Biennale vuole davvero essere un ‘luogo di confronto aperto e sensibile’, allora questo spazio deve essere innanzitutto uno spazio di verità. La risposta della Biennale si conclude tuttavia con un invito al dialogo che raccogliamo”, si legge nella replica. Il gruppo ha annunciato infine il proprio sostegno alla manifestazione “Stop al genocidio – Palestina libera“, in programma sabato 30 agosto al Lido di Venezia e promossa da una rete nazionale di collettivi, gruppi politici e artisti e sostenuta dalla rete Artisti #NoBavaglio.
Il Fatto Quotidiano